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Monte Secine da Pescocostanzo

12/10/2019

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Classica escursione alla vetta del Monte Secine, autentico balcone sui selvaggi boschi dei Monti Pizzi, gli Altopiani Maggiori d’Abruzzo e gran parte del Molise. L’itinerario attraversa pascoli umidi, a volte acquitrinosi, estese foreste di Faggio e Cerro, piccoli torrenti, in una zona caratterizzata dalla presenza stabile dell'orso e del lupo. Spettacolari sono le formazioni rocciose delle Pietre Cernaie, maestosi torrioni di roccia calcarea che, imponenti, svettano al di sopra della fascia boschiva.
Siamo inoltre sulla Linea Gustav, il sistema di fortificazione che i tedeschi approntarono nell'autunno del 1943 sulla linea di congiunzione trasversale tra la foce del Sangro sull'Adriatico alla foce del Garigliano sul Tirreno.
  
L’itinerario in breve:
 
Percorso: Pescocostanzo (SS84) – Quarto del Barone – Le Carbonere – laghetto di Pietra Cernaia (1.645 m) – Monte Secine (1.883 m) e ritorno
Dislivello: + 600 m
Difficoltà: E (escursionistica)
Lunghezza: 11,5 km
Durata: 4h30’ – 5h00’
Impegno fisico: medio
Punto di partenza: SS84 (quota 1.250 m), 4 km dopo il bivio per Pescocostanzo, in direzione Stazione di Palena nei pressi del Pizzo di Coda.
Sentieristica e segnaletica: Sentiero N4, segnaletica bianco-rossa
Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream

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ANELLO DEL MONTE BOLZA E DEL CANYON DELLO SCOPPATURO

28/9/2019

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Itinerario davvero suggestivo che dopo una lunga e divertente cavalcata di cresta (che in alcuni punti ci costringerà a mettere le mani sulla roccia e a fiutare la giusta via da seguire) si addentra nello spettacolare canyon dello Scoppaturo, prediletta location cinematografica per molti film western all'italiana. Superlativi e di sicuro impatto emotivo sono i panorami ravvicinati su Campo Imperatore e su tutta la lunghissima catena montuosa del Gran Sasso. Da qualche anno, inoltre, dalla cresta del Bolza è possibile l'avvistamento dei grifoni, che non di rado sostano sulle rocce del crinale roccioso. Sui ripidi e scoscesi pendii assolati, invece, è possibile l'incontro con la rara e schiva vipera dell'Orsini. Un anello escursionistico completo, divertente, non eccessivamente impegnativo. A mio parere, escludendo gli itinerari che raggiungono le cime più blasonate, è di sicuro il più bel itinerario escursionistico da fare sul Gran Sasso. 

L’itinerario in breve:
Percorso: Castel del Monte – Costa del Cavone - Valico di Monte Licciardi – Guado della Montagna – Monte Bolza (1.904 m) – Cima di Monte Bolza (1.927 m) – Sella S. Cristofaro – F.te di Assergi – Canyon dello Scoppaturo – Valle Servella – Castel del Monte
Difficoltà: EE (per escursionisti esperti)
Dislivello complessivo: 950 m
Lunghezza percorso: 12,3 km
Impegno fisico: medio alto
Tempo di percorrenza: 5h00' – 6h00'
Punto di partenza e accesso stradale: Raggiunto il paese di Castel del Monte (AQ) si prosegue per Campo Imperatore per circa 1 km fino ad arrivare in corrispondenza di una curva con un ampio piazzale sulla destra. Qui si parcheggia. Attraversata la strada, invece di imboccare lo sterrato, si sale subito a destra seguendo gli evidenti segnali bianco/rossi.
Cartografia: Carta dei sentieri CAI “Gran Sasso Sud-Est “ scala 1:25000 su base IGM Ed. IL LUPO, sia cartacea sia per GPS.

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Il Corno Grande da Campo Imperatore

21/9/2019

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Salire sul Corno Grande è sicuramente un’esperienza indimenticabile e ambita da molti perché è la vetta più alta degli Appennini. La montagna per antonomasia per tutti gli abruzzesi e gli escursionisti del centro Italia. Arrivare in cima fa provare emozioni e sensazioni che difficilmente si dimenticheranno: tutto l’Abruzzo è sotto i nostri piedi e lo sguardo spazia tutt’intorno fino al mare. L’ambiente poi è superlativo e decisamente dolomitico.
L’itinerario che sale da Campo Imperatore e percorre la cosiddetta “via normale” è l’itinerario classico di salita alla vetta. E’ l’itinerario tecnicamente più abbordabile e negli ultimi anni la sua frequentazione è aumentata a dismisura tanto da diventare eccessiva e anche pericolosa (visto l’afflusso di gente!) in alcuni periodi dell’anno.
E’ sostanzialmente un percorso escursionistico che richiede però una certa attenzione nell’ultima parte, più rocciosa, dove è necessario mettere le mani sulla roccia per mantenere l’equilibrio e sapersela cavare in ambienti delicati di alta montagna.
Si parte dal piazzale dell’albergo Campo Imperatore e per evidente sentiero si raggiunge la panoramica Sella di Monte Aquila. Dalla sella si traversa su sentiero sempre ben marcato la parte alta della conca di Campo Pericoli fino alla Sella del Brecciaio, altro straordinario punto panoramico. Per tornanti, faticosamente, si raggiunge l'ampia Conca degli Invalidi con bel colpo d’occhio sul Corno Piccolo. Dopo un breve tratto pianeggiante si abbandona il sentiero principale, che prosegue verso il Passo del Cannone, e si sale a destra zigzagando per una ripida traccia di rocce e ghiaie sino a raggiungere la cresta nord e quindi con breve percorso di cresta la vetta. Splendido il colpo d'occhio sul ghiacciaio del Calderone, le vicine pareti delle tre vette Corno Grande e la piramide del Corno Piccolo.

P.S.: si SCONSIGLIA vivamente di percorrere questo itinerario nel mese di agosto o nei week-end di luglio e settembre. In questo periodo, infatti, vista l'eccessiva frequentazione di questo itinerario si consiglia di preferire i giorni infrasettimanali per evitare pericoli dovuti in particolare a cadute di sassi dall'alto.
 

L’itinerario in breve:
 
Percorso: Campo Imperatore (2.130 m) – Sella di Monte Aquila (2. 335 m) – Sella del Brecciaio (2.506 m) – Conca degli Invalidi – Corno Grande vetta occidentale (2.912 m) e ritorno
Dislivello +: 800 m circa
Difficoltà: EE (per escursionisti esperti)
Lunghezza:  km 11,00
Tempo di percorrenza: 5h00’ – 6h00’
Impegno fisico: medio/alto
Punti di appoggio: non direttamente sul percorso ma raggiungibili con brevi deviazioni sono il rifugio Duca degli Abruzzi (gestito in estate) e il rifugio Garibaldi.
Punto di partenza: Punto di partenza dell’escursione è il grande piazzale/parcheggio di fronte l’Albergo di Campo Imperatore, a 2.130 m), che si raggiunge in auto o in funivia da Fonte Cerreto, oppure da Santo Stefano di Sessanio (AQ), Castel del Monte (AQ) o Farindola (PE)
Sentieristica e segnaletica:  Sentieri n. 101 e 103, segnaletica bianco-rossa
Periodo consigliato: da fine giugno a metà ottobre
Cartografia: Carta escursionistica dei sentieri del Gran Sasso d'Italia, scala 1:25.000, realizzata dal CAI Club Alpino Italiano e Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Edizione straordinaria 2009, prodotta da S.E.L.C.A.-Firenze.
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Traversata della Majella da Lama Bianca

10/8/2019

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Il gruppo montuoso della Majella è caratterizzato dalla presenza, unica nell’Appennino, di una vastissima zona di altopiani sommitali caratterizzati da immense distese di rocce calcaree scheggiate, di ripidi canaloni, localmente chiamate “rave”, che solcano tutto il versante occidentale del gruppo montuoso, e da lunghissimi valloni che incidono la montagna a settentrione e ad oriente.
La traversata da Lama Bianca al rifugio Pomilio permette di conoscere tutti questi ambienti ed è, probabilmente, uno dei più comodi da un punto di vista logistico in quanto limita i tempi e i chilometri necessari per lasciare/recuperare le automobili tra il punto di partenza e quello di arrivo.
La salita avviene per la Rava del Ferro che tra le vie ufficialmente percorribili è, al tempo stesso, la via di accesso più veloce e più ripida alla vetta del Monte Amaro. Segue poi uno stupendo percorso d’alta quota che attraversa altipiani, selle (qui chiamati “portoni”) e creste, per poi immergersi nel tipico ambiente della mugheta appenninica, sospesi tra spettacolari ed incisi valloni dove è possibile leggere tutta la storia geologica di questo stupendo gruppo montuoso.
 
L’itinerario in breve:

Percorso: Lama Bianca (1.498 m) – Rava del Ferro – Monte Amaro (2.793 m) – Terzo Portone – Secondo Portone – Cima Pomilio (2.656 m) – Primo portone – Monte Focalone (2.676 m) – Bivacco Fusco (2.455 m) – Il Fontanino(2.100 m) – La Madonnina (2.045 m) – Rifugio Pomilio (1.890 m)
Difficoltà: EE (per escursionisti esperti)
Dislivello: 1.600 m circa
Lunghezza: 17,5 km
Impegno fisico: Elevato (l´itinerario, lungo e impegnativo, attraversa ambienti severi di alta montagna che vanno affrontati con condizioni climatiche idonee, con una buona preparazione fisica ed adeguata attrezzatura escursionistica)
Punto di partenza e accesso stradale: Il punto di partenza dell’escursione è il piazzale alla base della Rava del Ferro, posto al termine della strada (asfaltata ma dissestata) che si stacca dalla SR487 Scafa-Sulmona e in 5 km attraversa la bellissima faggeta di Lama Bianca.
Sentieristica e segnaletica: Sentieri B5 – P, segnaletica bianco-rossa
Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream


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Monte Amaro dalla Rava del Ferro

3/8/2019

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Il gruppo montuoso della Majella è caratterizzato dalla presenza, unica nell’Appennino, di una vastissima zona di altopiani sommitali costituiti da immense distese di rocce calcaree scheggiate, di ripidi canaloni, localmente chiamate “rave”, che solcano tutto il versante occidentale del gruppo montuoso, e da lunghissimi valloni che incidono la montagna a settentrione e ad oriente.
La salita alla vetta del Monte Amaro dalla Rava del Ferro è, tra le vie ufficialmente percorribili, la via di accesso più corta (soli 4,5 km dalla base alla vetta), più veloce (si compie in circa 3 ore e mezza) ma anche una delle vie più ripide e faticose da percorrere.
A chi la percorre con l’adeguato allenamento, tuttavia, questa salita regala emozioni forti in un ambiente grandioso, inebriante, caratterizzato da balze di roccia verticali e quasi surreali, sulle quali fanno spesso capolino i camosci appenninici, i veri padroni di questi posti.
 
Dal piazzale alla base della Rava del Ferro, dove si parcheggia, si sale a svolte su un comodo sentiero che supera una breve fascia di bosco. Appena fuori dal bosco si devia a sinistra e per prati si raggiunge l’ingresso vero e proprio del canale. La salita nel canale, molto ripida e a tratti scomoda, risulta assai faticosa a causa delle ghiaie mobili su cui si è costretti a camminare. A quota 2.400 m circa il canale si allarga e si esce su una valle che si percorre per intero e in fondo alla quale, sulla destra, si riprende a salire su un sentiero che sale di nuovo ripido. Continuando nella salita, si raggiunge un vasto pianoro d’alta quota dove il sentiero B5 incrocia il Sentiero del Parco “P”. Qui, nei mesi di luglio ed agosto, fiorisce la rara e bellissima Stella alpina appenninica. Dall’incrocio ci si immette a destra sul sentiero “P” e in circa quaranta minuti, su sentiero ormai comodo e non più faticoso, si raggiungere la vetta del Monte Amaro.

L’itinerario in breve:

Percorso: Lama Bianca (1.498 m) – Rava del Ferro – Monte Amaro (2.793 m) e ritorno
Difficoltà: EE (per escursionisti esperti)
Dislivello +: 1.300 m circa
Lunghezza: 9 km a/r
Tempo di percorrenza: 5h30' - 6h00' a/r
Impegno fisico: Elevato (l´itinerario non è lungo ma le pendenze della Rava del Ferro non possono essere affrontate senza un adeguato allenamento)
Punti di appoggio: bivacco Pelino sulla vetta del Monte Amaro
Punto di partenza e accesso stradale: Il punto di partenza dell’escursione è il piazzale alla base della Rava del Ferro, posto al termine della strada (asfaltata ma dissestata) che si stacca dalla SR487 Scafa-Sulmona e in 5 km attraversa la bellissima faggeta di Lama Bianca.
Sentieristica e segnaletica: Sentieri B5 – P, segnaletica bianco-rossa
Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream


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Anello delle Creste della Rocca di Pescasseroli

27/7/2019

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Magnifico anello, probabilmente uno dei migliori del Parco Nazionale d' Abruzzo Lazio e Molise. Permette di unire i passaggi negli ombreggiati e maestosi boschi sopra Pescasseroli ad una straordinaria cavalcata di cresta sullo spartiacque tra le montagne del Parco, la Marsica e la Ciociaria. Magnifica la vista sui gruppi montuosi del Marsicano e della Meta fino a spaziare verso le montagne del Velino e del Sirente
L’itinerario ha inizio nei pressi del piazzale degli impianti di risalita (quota 1.193 m) e percorre dapprima il Vallone Peschio di Iorio, quindi si addentra nella bella faggeta per arrivare al  Rifugio di Iorio (1.830 m), posto in eccezionale posizione panoramica. Da qui ha inizio un bellissimo e panoramico percorso di cresta che “tocca” tutte i principali rilievi della “cresta della Rocca”, passando per Picco la Rocca (1869 m), La Rocca (1.924 m), Monte della Strega (1.909 m) ed infine il Monte Pietroso (1.876 m). Si scende poi al Valico di Monte Tranquillo (1.673 m) e attraverso lo stupendo Bosco della Difesa si torna a Pescasseroli nei pressi del Centro Ippico Valle Cupa dal quale per raggiungere di nuovo il punto di partenza, se non ci si è organizzati con due automobili, si dovranno percorrere a piedi poco più di due chilometri di strada.

ATTENZIONE: nei mesi di agosto e settembre la percorrenza dei sentieri R7 e C5 è interdetta agli escursionisti per motivi di tutela dell'Orso Bruno Marsicano. Si raccomanda di rispettare le ordinanze emesse dall'ente Parco.
 
L’itinerario in breve:

Percorso: Pescasseroli – Vallone Peschio di Iorio – Valico Valcallano - Rifugio di Iorio (1.830 m) – Picco La Rocca (1.869 m) – La Rocca (1.924 m) – Monte della Strega (1.909 m) – Monte Pietroso (1.876 m) – Valico di Monte Tranquillo (1.673 m) – Santuario di Monte Tranquillo (1.597 m) – Bosco della Difesa – Capanna Padre Terzi – F.te della Difesa - Centro Ippico Valle Cupa - Pescasseroli
Difficoltà: E (escursionistica)
Dislivello: + 900 m circa
Lunghezza: 19,5 km
Durata: 5h30’ – 6h00’
Impegno fisico: medio alto
Punto di partenza e accesso stradale: Il sentiero inizia appena fuori dall’abitato di Pescasseroli su Via Fausto Grassi, poco dopo il Camping La Panoramica e prima di aver raggiunto il piazzale degli impianti di risalita.
Sentieristica e segnaletica: Sentieri B1 – R7 – C5 – C3 e C1, segnaletica bioanco-rossa
Cartografia: Carta turistica-escursionistica del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Edizioni del Parco, anno 2019, scala 1:25.000

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Anello del Vallone Pesco di Lordo

20/7/2019

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Anello rilassante, adatto a tutti e particolarmente consigliato a famiglie con bambini, che si sviluppa poco fuori dal centro abitato di Pescasseroli in un luogo unico e dall’atmosfera incantata. Il Vallone di Pesco di Lordo e i vicini Prati di Zocca, incastonati tra ripide montagne, sono un autentico scrigno della natura che riservano una sorpresa ad ogni passo. Qui si trovano, infatti, imponenti alberi di faggio plurisecolari dalle forme fiabesche, che stimolano la fantasia soprattutto dei più piccoli. Alcuni di essi presentano delle parti morenti, attaccate da parassiti e funghi dalla particolare forma “a mensola”, dove in estate non è raro scorgere la bellissima Rosalia alpina, un rarissimo coleottero dallo sgargiante colore azzurro/nero. Sui tronchi di legno morto, inoltre, si alimentano diverse specie di picchio. Nel sottobosco non sarà poi difficile scorgere le graziose arvicole indaffarate a procacciarsi il cibo. Cervi, caprioli, orsi sono i padroni di casa di questi ambienti.
Tra questi stupendi boschi sono state girate alcune delle scene del bellissimo film “La volpe e la bambina”
 
L’itinerario in breve:

Percorso: Pescasseroli – Colle Carpio – Prati di Zocca – Vallone Pesco di Lordo - Pescasseroli
Difficoltà: E (escursionistica)
Dislivello: 200 m circa
Lunghezza: 5,5 km
Impegno fisico: basso
Punto di partenza e accesso stradale: Il sentiero inizia appena fuori dall’abitato di Pescasseroli nei pressi del centro ippico Valle Cupa
Sentieristica e segnaletica: Sentieri C2 e C1, segnaletica bioanco-rossa
Cartografia: Carta turistica-escursionistica del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Edizioni del Parco, anno 2019, scala 1:25.000


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Monte Amaro di Opi, il regno del camoscio appenninico

13/7/2019

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Classica salita al Monte Amaro di Opi, il regno del Camoscio appenninico. L'escursione, ripida ma non lunga, è sempre entusiasmante.  Ad una prima parte rilassante che percorre una valle ampia e dal sapore alpino, segue una ripida (e faticosa!) salita nel bosco che permette di guadagnare quota molto velocemente. La lunga cresta sommitale, poi,  offre sensazioni bellissime e tutto il gusto dell'ascesa fino all’aguzza vetta del Monte Amaro.  Il panorama dalla cresta e dalla cima  è uno dei più belli del Parco e spazia sulla vicina e selvaggia Camosciara, sui circhi glaciali della Serra delle Gravare, sugli incontaminati boschi circostanti, sulla verdissima e selvaggia Val Fondillo, sul possente Monte Marsicano e sulle vallate verso Opi e Pescasseroli (a est) e il Lago di Barrea (a ovest). Il nucleo di camosci che di solito pascola al di sopra del limite del bosco, spesso si fa ammirare a breve distanza (si raccomanda di non abbandonare il sentiero e di non avvicinarsi ai camosci!!).
 
ATTENZIONE: nei mesi di agosto e settembre la percorrenza del sentiero F1 è interdetta agli escursionisti per motivi di tutela del Camoscio Appenninico. Si raccomanda di rispettare le ordinanze emesse dall'ente Parco.

 
L’itinerario in breve:

Percorso: Centro Visita Val Fondillo (Ex segheria di Opi, 1.084 m) – Le Macchie – Lo stazzo (1.690 m) – Monte Amaro (1.862 m) e ritorno
Difficoltà: E (escursionistica)
Dislivello: + 800 m circa
Lunghezza: 9 km
Durata: 3h30’ – 4h00’
Impegno fisico: medio alto
Punto di partenza e accesso stradale: Sulla strada che collega Villetta Barrea a Pescasseroli seguire le indicazioni per la Val Fondillo (parcheggio a pagamento).
Sentieristica e segnaletica: Sentiero F1, segnaletica bianco-rossa
Cartografia: Carta turistica-escursionistica del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Edizioni del Parco, anno 2019, scala 1:25.000

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vado di corno e rif. d'arcangelo da casale s. nicola

29/6/2019

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Bellissimo itinerario escursionistico che ha come attore principale il Paretone del Corno Grande. Dalla partenza fino all’arrivo l'enorme bastionata rocciosa si mostrerà in tutta la sua imponenza svelandoci man mano la complessità e le tante sfaccettature di questa bellissima parete che ha fatto la storia dell’alpinismo in Abruzzo. L’anfiteatro dove sorge il piccolo rifugio D’Arcangelo ha caratteristiche alpine ed è di una bellezza quasi commovente.
Il versante orientale del massiccio del Gran Grasso è molto ripido. Nella parte bassa è caratterizzato da fitti boschi, nella parte alta da pareti rocciose e ripidissimi prati. Un’autentica barriera che separa il versante aquilano da quello teramano. Solo pochi valichi (qui chiamati “vadi”) permettono di poter passare da un versante all’altro. Valichi che sono stati da sempre usati per permettere il transito di animali e uomini. L’itinerario che sale da Casale San Nicola al Vado di Corno è stato frequentato per secoli, da pastori, commercianti e pellegrini. 

L’Itinerario in breve:
Percorso: Casale San Nicola (920 m) – Il Vaduccio (1.673 m) – Vado di Corno (1.924 m) – Punto panoramico sulla Valle dell’Inferno (1.800 m) – Rifugio d’Arcangelo (1.655 m) – Il Vaduccio – Casale San Nicola
Difficoltà: E – escursionistica
Dislivello: +1.200 m
Durata: 3h30’ – 4h00’ salita, 2h30’ – 3h00’ discesa
Lunghezza: 15 km
Impegno fisico: medio alto
Punto di partenza e accesso stradale: Punto di partenza dell’escursione è il piccolo paesino di Casale San Nicola (842 m), raggiunto il quale, proprio sotto il pilone dell'autostrada e in corrispondenza del grande cartello di benvenuto del Parco Nazionale del Gran Sasso, si prende a sinistra una strada che poco dopo diventa sterrata. Si continua sempre dritti ignorando i bivi secondari fino a raggiungere un vecchio campo da tennis/pallavolo in cemento. Qui si parcheggia (quota 920 m).
Sentieristica e segnaletica: segnaletica un po’ eterogenea. Assente sulla carrareccia di avvicinamento, giallo-rossa n. 212 dall’inizio del sentiero fino al Vaduccio, bianco-rossa da qui dal Vado di Corno, vecchi e rari segni scoloriti dal vado alla Valle dell’Inferno e al rifugio D’Arcangelo.
Cartografia: Carta escursionistica dei sentieri del Gran Sasso d'Italia, scala 1:25.000, realizzata dal CAI Club Alpino Italiano e Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Edizione straordinaria 2009, prodotta da S.E.L.C.A.-Firenze.

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MONTE SIELLA da Rigopiano

15/6/2019

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Itinerario classico dell’escursionismo farindolese, molto frequentato in passato, oggi invece meno battuto e, a torto, un po’ trascurato. Nella parte alta offre grandiosi panorami sull’immensa piana di Campo Imperatore, sul Monte Sirente, sul Monte Camicia fino al Mare Adriatico. Adrenalinico il passaggio di I grado, non difficile ma esposto, che supera la paretina rocciosa poco sotto la vetta del Siella.
L’itinerario ha inizio dal grande parcheggio di Rigopiano. Si percorre per circa duecento metri la strada asfaltata in direzione Vado di Sole fino ad intercettare un cartello in legno che indica l’inizio del sentiero. Ci si inerpica in una bellissima faggeta che ospita esemplari di faggio secolari. Dopo circa 45 minuti si raggiunge la Fonte dei Trocchi a quota 1.524 m. Si prosegue alla sinistra della fonte e poco dopo si prende a destra per raggiungere la radura sovrastante la fonte. Attraversata la radura si rientra nel bosco fino ad uscirne definitivamente in corrispondenza di una grande radura inclinata. Si sale liberamente per prati fino a  raggiungere il Vado di Siella (1.775 m), che separa il M. San Vito dal M. Siella, dove ci si affaccia sull’immensità di Campo Imperatore.
Dal valico si prende a destra e si segue tutta la cresta, o sul filo o poco sotto. Superata una paretina rocciosa con passaggi di I grado molto esposti (ATTENZIONE!!!!) in breve si raggiunge la vetta.
Per la discesa si segue lo stesso itinerario di salita.
 
L’itinerario in breve:

Percorso: Rigopiano (1.050 m) – Fonte dei Trocchi (1.524 m) – Vado di Siella (1.775 m) – MONTE SIELLA (2.027 m)
Difficoltà: EE – per escursionisti esperti (poco prima della vetta è necessario superare una paretina rocciosa con passaggi di I grado molto esposta. Non difficile, ma non adatta a tutti.)
Dislivello: + 900 m
Durata: 2h45’ salita – 1h30’ discesa
Lunghezza: 9 km
Sentieristica: sentiero n. 108 SI, segnaletica bianco-rossa, buona fino alla Fonte dei Trocchi poi via via più sporadica fino a scomparire del tutto. Vecchi segni giallo-rossi ricompaiono poco prima della paretina rocciosa che adduce alla vetta.
Cartografia: Gran Sasso d’Italia, Carta dei Sentieri, edizione straordinaria 2009, Edizioni S.E.L.C.A.

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