![]() Tutti conosceranno la Piana del Fucino, un altopiano della Marsica, in provincia de L'Aquila, situato ad un'altezza media di 670 m sul livello del mare. Non tutti però saranno a conoscenza che questa conca, oggi terra fertile prestata all'agricoltura, un tempo era sommersa dalle acque, le acque del Lago Fucino. Il Lago Fucino era il terzo lago per estensione in Italia. Si trattava di un lago di origine carsica alimentato dalle acque del fiume Giovenco. Aveva la particolarità di non avere un emissario e le sue acque venivano captate esclusivamente da un inghiottitoio naturale. Inghiottitoio che però, in periodi particolarmente piovosi, non aveva la capacità di far defluire tutta l'acqua in eccesso provocando uno spropositato innalzamento del livello del lago e la conseguente inondazione dei terreni circostanti. Oltre a provocare danni all'agricoltura e alle popolazioni, le inondazioni creavano paludi ed acquitrini che molto spesso erano causa di malattie e malaria. Questo fu il motivo principale che, già ai tempi di Caio Giulio Cesare, fece ipotizzare un suo prosciugamento. I primi lavori di prosciugamento iniziarono però nel 41 d.c. a nome dell'imperatore Claudio. Il progetto in realtà prevedeva solo un prosciugamento parziale del lago finalizzato ad eliminare il rischio delle esondazioni e dei danni che ne conseguivano. In 11 anni e con la forza di 30.000 schiavi venne realizzata una galleria sotterranea lunga oltre cinque chilometri e mezzo che doveva fungere da emissario. La galleria fu scavata tra il Lago Fucino e il fiume Liri ad una profondità di circa cento metri al di sotto del Monte Salviano. Insieme alla galleria, per agevolare le operazioni di smaltimento del materiale di scavo e per fornire aria agli operai vennero scavati anche decine di pozzi, vasche, chiuse, cunicoli e gallerie minori. La conclusione dei lavori venne festeggiata con un grande spettacolo che simulava una battaglia navale con l’impiego di un centinaio di navi. A conclusione dei festeggiamenti si procedette all’apertura delle chiuse per consentire il deflusso delle acque verso la galleria. Con la caduta dell'impero Romano venne però a mancare la necessaria manutenzione delle opere realizzate e così il lago pian piano si riappropriò della Piana del Fucino. Solo nel XIX secolo il progetto di prosciugamento del lago riprese il sopravvento. Questa volta fu un certo Alessandro Torlonia che incaricò rinomati ingegneri idraulici francesi e svizzeri. I lavori iniziarono nel 1.856 ma l'impresa venne terminata solo nel 1.875 grazie alla manovalanza di 3.000 operari e 120 cavalli. Venne realizzata una galleria principale lunga oltre sei chilometri per realizzare la quale vennero restaurati ed aperti una trentina di pozzi romani. Attualmente il Fucino è una conca fertile coltivata ad ortaggi nella quale, tra l'altro, si trova Telespazio (principale operatore nel mondo di servizi spaziali) e il Museo Paludi "Musè". L’emissario del Fucino è per importanza la terza opera idraulica al mondo dopo il canale di Suez e quello di Panama. Ancora oggi, moltissimi cunicoli e pozzi realizzati in epoca Romana, ribattezzati i “Cunicoli di Claudio”, sono in ottimo stato di conservazione tanto che vengono realizzate apposite visite guidate nei luoghi simbolo di questa faraonica opera ingegneristica. Per informazioni ci si può rivolgere all’Associazione Convivium di Avezzano: info@associazioneconvivium.it https://www.facebook.com/conviviumborgoincile © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore.
1 Commento
Enzo Conterini
25/7/2020 01:46:19 pm
Mi informerò per una visita guidata.
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