![]() L'Abruzzo, si sa, è per tradizione terra di pastori e di transumanza. L'allevamento ovino ha svolto un ruolo determinante per l'economia della popolazioni abruzzesi lasciando un'impronta duratura su diversi aspetti dello sviluppo storico, sociale e culturale della regione. In Abruzzo, quando si parla di pastorizia non si può fare a meno di parlare di uno di quei prodotti dell'antica tradizione alimentare abruzzese che, probabilmente più di altri, sono stati legati a questa attività. Sto parlando della "micischia" o "vicischia" che, insieme al latte e al formaggio, per secoli ha rappresentato la principale fonte di alimentazione di generazioni e generazioni di pastori. La "micischia" non è altro che carne secca, di pecora o più raramente di capra, ottenuta in seguito ad un processo di sgrassatura, disossatura, salatura, aromatizzazione ed essiccazione all'aria in modo assolutamente naturale, senza nessun procedimento di cottura. Il prodotto così ottenuto rispondeva perfettamente alle esigenze dei pastori transumanti di una volta che nel loro peregrinare al seguito delle greggi erano costretti a ridurre e ad alleggerire al minimo il carico da portarsi quotidianamente sulle spalle per soddisfare le proprie esigenze. Questa carne, dall'aspetto compatto ed essenziale, ed un sapore piuttosto forte, ha delle buone caratteristiche nutrizionali date dalla bassa quantità di grassi e dall'alto contenuto proteico. La preparazione della "micischia" prevedeva la sgrassatura e la disossatura dell'animale intero, ossia mantenuto in un unico pezzo. Successivamente questo veniva aperto e disteso e si procedeva alle fasi della salatura e della aromatizzazione con pepe, peperoncino, rosmarino ed altre erbe aromatiche. Seguiva poi la fase dell'essiccazione che consisteva nell'appendere la carne in locali adeguatamente areati. Una volta essiccata la carne veniva infine tagliata in lunghe strisce sottili che ne rendevano più facile il porzionamento ed il consumo. Purtroppo a partire dagli anni 60' dello scorso secolo, con il venir meno della pastorizia transumante, la produzione e il consumo di questa carne ha subito un notevole declino ed attualmente la sua produzione è rimasta circoscritto a qualche piccolo paese di montagna in cui si è voluta mantenere viva la tradizione della "micischia".
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Gennaio 2021
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