Il più entusiasmante aspetto della montagna è la sua mutevolezza al cambiare delle stagioni. Una sorta di metamorfosi che conferisce agli stessi luoghi, in diversi periodi dell’anno, aspetti, colori e profumi completamente diversi. Questi processi di cambiamento e trasformazione sono la dimostrazione più bella della vitalità della montagna che vive, respira e si evolve proprio come qualsiasi essere umano. Lo spettacolo offerto dal succedersi delle stagioni offre la possibilità di scoprire nel corso dell’anno ambienti e paesaggi dal fascino sempre nuovo. La primavera rappresenta per la natura il momento del risveglio dopo il lungo riposo invernale. Le ore di luce aumentano e il sole comincia a scaldare il terreno. Alle quote più elevate il risveglio sarà un po’ più lento. Le cime infatti sono ancora cariche di neve, anche se le prime rocce cominciano ad affiorare nei versanti esposti a meridione, e non è raro in questo periodo avere ancora abbondanti nevicate. La temperatura è ancora frizzante e tutto, apparentemente, sembra ancora tacere. Alle quote meno elevate, però, il clima è già più mite e la vegetazione ha già iniziato il suo lento processo di rinascita. Sui rami degli alberi appaiono le prime gemme colorate che poco alla volta si schiudono per cedere il posto alle prime foglie. La neve comincia a sciogliersi lasciando riaffiorare le rocce e la terra, mentre i corsi d’acqua iniziano a riprendere vigore. Nei boschi e nei prati appaiono i primi fiori che bucano con grazia la neve superstite, un’infinità di aromi e profumi inizia a diffondersi nell’aria. Gli animali pian piano iniziano a riprendere la loro normale attività, nei boschi risuonano i canti degli uccelli e vengono alla luce i cuccioli di camosci, cervi, caprioli e lupi. Gli orsi escono dal letargo invernale e cominciano a prendersi cura dei loro orsacchiotti, nati nel frattempo tra gennaio e febbraio. Con l’avvicinarsi dell’estate il sole pian piano diventa il padrone del cielo e la temperatura si fa sempre più calda. I fiori colorano i prati di colori sempre più forti e vivaci richiamando farfalle ed insetti. La neve è oramai quasi del tutto scomparsa e cerca di resistere solo sulle vette più elevate, i pascoli finalmente possono ricevere la visita del bestiame. Ha inizio la vera vita delle montagne ed anche le piogge si fanno sentire sempre meno. Furtivi temporali rendono di tanto in tanto le montagne minacciose, ma poi il sole torna sempre vincitore. I sentieri, ormai liberi dalla neve, cominciano ad accogliere gli escursionisti con i loro zaini e giacche a vento colorate. Sulle pareti riecheggia il suono acuto di chiodi e moschettoni usati dagli alpinisti, mentre i rifugi iniziano a riempirsi e dalle loro cucine si diffondono nell’aria i profumi di succulenti pasti a base di polenta e ragù. Il verde intenso dell’estate esplode in tutta la sua forza, le albe e i tramonti sono sempre più rossi, la vegetazione si fa forte, la calura aumenta ma il tempo, sempre più asciutto, porta siccità riducendo il livello dell’acqua nei fiumi e nei laghi. In montagna tuttavia l’estate è probabilmente la stagione più corta dell’anno e infatti, quasi senza accorgersene, di colpo, anche se il caldo sembra farsi ancora sentire, le prime foglie gialle e i primi funghi che iniziano a colorare il sottobosco annunciano l’imminente arrivo dell’autunno. Le ore di luce diminuiscono giorno dopo giorno e così le notti si fanno sempre più fresche e frizzanti, i primi banchi di nebbia cominciano a formarsi nelle valli mentre la natura si prepara a mettere in scena uno dei suoi più affascinanti spettacoli. Le piante a foglia caduca da questi primi cambiamenti meteorologici hanno ricevuto un messaggio chiaro, l’inverno sarà ben presto alle porte e considerando la quantità di acqua che le loro foglie consumano per poter vivere, sanno perfettamente che non potranno più estrarre dal suolo congelato tutte le risorse necessarie e allora, con abbondante anticipo, si preparano al peggio e cominciano a mettere in atto quei meccanismi di difesa che consentiranno loro di passare indenni l’inverno. Le foglie, però, prima di cadere e ricoprire i sentieri, cominciano pian piano a cambiare colore pennellando intere montagne di tonalità che passano dal giallo luminoso al rosso porpora fino al marrone; la più grande opera d’arte della natura si va compiendo. Un gioco di colori unico, che ogni volta ha il potere di affascinare l’osservatore che vi si trova di fronte. Nel frattempo i giorni continuano ad accorciarsi, finché si arriva al solstizio d'inverno che oltre ad essere il giorno più corto dell’anno segna anche l’ingresso dell’inverno. La natura ha oramai concluso il suo ciclo ed è pronta a concedersi il meritato riposo. Le nevicate divengono sempre più frequenti e il freddo è ormai pungente. Alcune specie di animali iniziano il loro letargo, altre invece sono costrette ad abbandonare le alte quote per rifugiarsi nei boschi o nei versanti esposti a meridione dove saranno maggiori le possibilità di trovare cibo.
Ben presto la neve ricoprirà tutto con il suo candido manto, arrotondando i rilievi e rendendoli apparentemente più dolci e tranquilli. La grande coperta bianca è stata stesa e il silenzio, ora, può finalmente regnare sovrano fino alla prossima primavera. © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore.
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