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Pennadomo, "sfida perenne tra uomo e natura"

22/5/2015

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“Sfida perenne tra uomo e natura”, questa è la frase che accoglie il visitatore alle porte di Pennadomo, un piccolissimo paese dell’Abruzzo di circa 300 abitanti (pennadomesi) situato a 460 m s.l.m. nella media Valle del Sangro. La sua storia infatti è inscindibilmente legata alle caratteristiche formazioni rocciose a cui esso è aggrappato e che si ergono, anche nel territorio circostante, a formare stupefacenti lame di roccia che, con impressionante equilibrio, si protendono verso il cielo. Legame antico che ne ha condizionato anche il nome: “Penna in domo”,  "penna" da "pinna" significante masso affiorante dal terreno e "domus" non nel significato di casa ma nel significato di territorio, cioè i feudi del X secolo tra cui Montenerodomo, Torricella Peligna, Palena, Taranta Peligna, Pizzoferrato, Gessopalena e Lettopalena come risulta dal Catalogo dei Feudi e Feudatari sotto denominazione Normanna. 

Le lame di roccia che caratterizzano il paesaggio di Pennadomo, e che sono meta ambita dei migliori climbers del centro Italia, si ergono dall’era terziaria, con stratificazioni argillose successive. La roccia grande che sormonta maestosa il borgo è chiamata Liscia di Santa Maria, o “Paretone”, e oggi, grazie all’impegno dall’Amministrazione Comunale, può essere raggiunta fino alla sommità anche dalle persone comuni mediante duecento comodi gradini in pietra. Il panorama dalla croce in legno, che ne segna il punto più alto, è molto suggestivo e spazia su un territorio di selvaggia bellezza. Sotto i nostri occhi, nella vallata sottostante il paese, non può passare inosservato “il Resegone”, un’imponente lastrone di roccia alto un’ottantina di metri, lungo duecento e largo solo tre che verticale sbuca dalla vegetazione e si innalza al cielo. Qui le forze geologiche della natura hanno creato qualcosa di veramente incredibile, una sorta di foglio di carta pietrificato che sembra essere stato piantato li da una mano soprannaturale.

Spaziando con lo sguardo, altre lame di roccia e pinnacoli si ergono tutt’intorno mentre poco più lontano, nella vallata del Sangro, si adagia il Lago omonimo, ai più conosciuto come Lago di Bomba, che da questa angolazione si mostra con una sua splendida insenatura.

Lontano dalle grandi vie di comunicazione, Pennadomo si fa scoprire al visitatore solo agli ultimi tornanti della tortuosa strada che, staccatasi dalla Val di Sangro, inizia a salire e ad addentrarsi sulle colline circostanti. Alte, liscissime e precipiti pareti rocciose, che in basso formano uno stretto e profondo canyon, ci preannunciano l’arrivo al borgo. Tuttavia quelle che a prima vista sembravano compatte pareti di roccia, in vista dell’abitato di Pennadomo ci si mostrano dinnanzi come giganteschi, quanto sottili, lastroni di pietra, guglie, pinnacoli e spuntoni alla cui base sono aggrappate un gruppetto di case, quasi un dipinto, un bellissimo dipinto che gli stessi pennadomesi hanno  intitolato “sfida perenne tra uomo e natura”.
Parcheggiata l’auto all’ingresso del paese si continua a piedi e ci si addentra per le belle vie del piccolo ma carino centro storico. Più in alto, immediatamente sopra le ultime case, incombono le verticali e lisce rocce del “Paretone” mentre, più isolata, si staglia la guglia detta di “ Cima Fumosa”. Per comode stradine gradinate si raggiunge la piazza della Madonnina dove il paesaggio cambia e il panorama si apre sulla vallata del Sangro dove, in un’angolazione tutta particolare e suggestiva, ci appare il Lago di Bomba. Dalla piazzetta si continua a salire, orami solo su gradini di pietra ripidi ed incassati, costeggiando guglie e pinnacoli fino alla croce e al piccolo balconcino ricavato sulla stretta “vetta” del Paretone, a volo d’aquila sui tetti del villaggio e su un paesaggio di una bellezza unica.  
Proprio all’inizio del 2015, ad opera della Fondazione IK0, è stato avviato un progetto finalizzato al rilancio di questo bellissimo borgo attraverso la sua valorizzazione a fini turistici e lo sviluppo sostenibile ed integrato delle micro-imprese locali. Il progetto prevede un intervento di recupero dell’antico borgo e dell’adiacente parco di 7 ettari che si estende lungo le sponde del lago del Sangro. La Fondazione acquista gli immobili, li ristruttura e li dà in gestione alla popolazione locale che viene poi professionalmente preparata a gestire delle piccole imprese turistiche. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio “Paese resort” nel quale i turisti, ospitati nel borgo, usufruiscono di tutti i confort e i vantaggi di un resort all-inclusive, con una rete di servizi di qualità, in un ambiente autentico e genuino. Maggiori informazioni su: http://www.ik0.it/fondazione/progetto-pennadomo/                            

Come arrivare: Autostrada A14 Bologna-Bari. Uscita al casello autostradale Val di Sangro. Si prosegue sulla SS 652 fino allo svincolo per Bomba. Da qui seguire le indicazioni per Pennadono.


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