Anello escursionistico di medio-bassa montagna lontano dagli itinerari abitualmente frequentati in Majella. Itinerario ricco di storia e paesaggisticamente appagante. Nel percorrerlo ci si immerge in un passato non molto lontano fatto di sacrifici, privazioni e sofferenze. Sensazioni che sembrerà di rivivere visitando la grotta di Sant’Angelo, le ex miniere di bitume della Vaccareccia, i complessi agropastorali a tholos di Colle Astoro e Colle della Civita e i ruderi del campo di concentramento di Acquafredda. L’itinerario in breve: Percorso: Costa dell’Avignone (700 m) – Grotta S. Angelo – Acquafredda (820 m) – Colle Astoro – Colle della Civita (1.185 m) – Acquafredda – Miniere di Vaccareccia – Costa dell’Avignone Difficoltà: E (escursionistica) Dislivello: 850 m circa Lunghezza: 17 km Tempo di percorrenza: 5h00' - 6h00' Impegno fisico: medio alto Punto di partenza e accesso stradale: Il punto di partenza dell’escursione è l’area pic-nic di Fonte Tieri (715 m) lungo la SP65 (Scafa-Lettomanoppello-Passo Lanciano) che si raggiunge dopo circa 4,5 km dalla piazza di Lettomanoppello e dove si parcheggia. Per raggiungere il punto di inizio del sentiero si percorre la strada a ritroso per circa 450 m (cartello segnaletico). Sentieristica e segnaletica: Sentiero S, da F.te Tieri ad Acquafredda, sentiero C2, da Acquafredda a Colle Astoro, sentiero CP, anello Colle Astoro-Colle della Civita, sentiero C3 dal Fosso S. Angelo alle Miniere della Vaccareccia e F.te Tieri. Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream Per chi desidera approfondire la storia delle miniere della Majella può cliccare QUI © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore.
0 Comments
Ci sono luoghi del Gran Sasso poco frequentati che si possono raggiungere con bellissime escursioni e che regalano panorami superbi. L’itinerario che dal piccolo borgo di Forca di Valle, frazione di Isola del Gran Sasso (TE), sale alla vetta di Cima Alta (1.715 m) è uno di questi. Non lungo ma con buon dislivello è comunque consigliato a persone con un discreto allenamento. Magnifici i panorami su tutto il versante orientale della catena del Gran Sasso, con il Corno Grande ed il Corno Piccolo che dominano la scena. A calamitare la nostra attenzione sarà però “il Paretone”, una vertiginosa parete di oltre 1.500 m di sviluppo verticale che scende a precipizio dalla vetta orientale del Corno Grande. Da questo versante il Gran Sasso si mostra sicuramente con il suo profilo più bello.
Su questo stesso itinerario passò nel 1794 il naturalista Orazio Delfico che il 30 luglio di quell'anno conquistò per la prima volta la vetta orientale del Corno Grande. In compagnia dell'architetto/ingegnere Eugenio Michitelli e di un piccolo gruppo di montanari, realizzò l'impresa, veramente straordinaria per l'epoca, di aprire la strada dal versante teramano fino alla sommità di quello che allora era conosciuto come il Monte Corno. Per Delfico, però, quella "spedizione" non fu solo una pura e semplice conquista di quella montagna. Il viaggio fu accompagnato infatti da tutta una serie di studi e di misurazioni, pubblicati poi nelle sue opere dal titolo Osservazioni su di una piccola parte degli Appennini. L’itinerario in breve: Percorso: Forca di Valle (860 m) – Peschio della Fonte (1.112 m) – Valico di Vena Pecorale (1.205 m) - Rifugio Delfico (o “il Fontanino”, 1.428 m) – Valico della Forchetta (1.560 m) - CIMA ALTA (1.715 m) - Piana del Laghetto (1.620 m) – Rifugio Cima Alta (1.620 m) e ritorno Dislivello: + 900 m circa Difficoltà: E (escursionistica) Lunghezza: km 12,00 Tempo di percorrenza: 5h30’ – 6h00’ Impegno fisico: medio/alto Punto di partenza: Il piccolo borgo di Forca di Valle, frazione di Isola del Gran Sasso (TE) si raggiunge prendendo l’autostrada A24 e uscendo al casello autostradale di Colledara-San Gabriele. Si prosegue per Ornano Grande (TE) e quindi con altri 3 km si entra a Forca di Valle. Di fronte alla chiesa si imbocca una ripida strada in salita che traversa la parte alta del paese e raggiunge una fonte dove si parcheggia. Sentieristica e segnaletica: sentiero n. 103, segnaletica bianco-rossa. Non segnato il tratto di salita nel bosco tra il Valico della Forchetta a Cima Alta e alla Piana del Laghetto. Cartografia: Carta escursionistica dei sentieri del Gran Sasso d'Italia, scala 1:25.000, realizzata dal CAI Club Alpino Italiano e Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Edizione straordinaria 2009, prodotta da S.E.L.C.A.-Firenze. © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Itinerario adatto a tutti che percorre i bellissimi e rilassanti prati della Majelletta. Molto panoramico sulla Val Pescara, la catena del Gran Sasso e il Monte Morrone. Spettacolare e vertiginoso l’affaccio dal “belvedere dell’Avellana”, autentico terrazzo sull’immensa Valle dell’Orfento (si raccomanda in questo punto estrema attenzione e assoluto divieto di sporgersi, se si hanno bambini al seguito tenerli per mano e restare ad una adeguata distanza di sicurezza!).
L’itinerario in breve: Percorso: Majelletta – rifugio Di Marco (o Stazzo di Caramanico) – Belvedere dell’Avellana e ritorno Dislivello: + 200 m Difficoltà: E (escursionistica) Lunghezza: km 9,00 Durata: 2h30’ – 3h00’ Impegno fisico: basso Punto di partenza: SP220 della Majelletta, 3 km dopo l’Abergo Mammarosa in direzione rifugio Pomilio. Sentieristica e segnaletica: Sentiero B1 - P, segnaletica bianco-rossa Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Classica escursione alla vetta del Monte Secine, autentico balcone sui selvaggi boschi dei Monti Pizzi, gli Altopiani Maggiori d’Abruzzo e gran parte del Molise. L’itinerario attraversa pascoli umidi, a volte acquitrinosi, estese foreste di Faggio e Cerro, piccoli torrenti, in una zona caratterizzata dalla presenza stabile dell'orso e del lupo. Spettacolari sono le formazioni rocciose delle Pietre Cernaie, maestosi torrioni di roccia calcarea che, imponenti, svettano al di sopra della fascia boschiva.
Siamo inoltre sulla Linea Gustav, il sistema di fortificazione che i tedeschi approntarono nell'autunno del 1943 sulla linea di congiunzione trasversale tra la foce del Sangro sull'Adriatico alla foce del Garigliano sul Tirreno. L’itinerario in breve: Percorso: Pescocostanzo (SS84) – Quarto del Barone – Le Carbonere – laghetto di Pietra Cernaia (1.645 m) – Monte Secine (1.883 m) e ritorno Dislivello: + 600 m Difficoltà: E (escursionistica) Lunghezza: 11,5 km Durata: 4h30’ – 5h00’ Impegno fisico: medio Punto di partenza: SS84 (quota 1.250 m), 4 km dopo il bivio per Pescocostanzo, in direzione Stazione di Palena nei pressi del Pizzo di Coda. Sentieristica e segnaletica: Sentiero N4, segnaletica bianco-rossa Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Itinerario davvero suggestivo che dopo una lunga e divertente cavalcata di cresta (che in alcuni punti ci costringerà a mettere le mani sulla roccia e a fiutare la giusta via da seguire) si addentra nello spettacolare canyon dello Scoppaturo, prediletta location cinematografica per molti film western all'italiana. Superlativi e di sicuro impatto emotivo sono i panorami ravvicinati su Campo Imperatore e su tutta la lunghissima catena montuosa del Gran Sasso. Da qualche anno, inoltre, dalla cresta del Bolza è possibile l'avvistamento dei grifoni, che non di rado sostano sulle rocce del crinale roccioso. Sui ripidi e scoscesi pendii assolati, invece, è possibile l'incontro con la rara e schiva vipera dell'Orsini. Un anello escursionistico completo, divertente, non eccessivamente impegnativo. A mio parere, escludendo gli itinerari che raggiungono le cime più blasonate, è di sicuro il più bel itinerario escursionistico da fare sul Gran Sasso.
L’itinerario in breve: Percorso: Castel del Monte – Costa del Cavone - Valico di Monte Licciardi – Guado della Montagna – Monte Bolza (1.904 m) – Cima di Monte Bolza (1.927 m) – Sella S. Cristofaro – F.te di Assergi – Canyon dello Scoppaturo – Valle Servella – Castel del Monte Difficoltà: EE (per escursionisti esperti) Dislivello complessivo: 950 m Lunghezza percorso: 12,3 km Impegno fisico: medio alto Tempo di percorrenza: 5h00' – 6h00' Punto di partenza e accesso stradale: Raggiunto il paese di Castel del Monte (AQ) si prosegue per Campo Imperatore per circa 1 km fino ad arrivare in corrispondenza di una curva con un ampio piazzale sulla destra. Qui si parcheggia. Attraversata la strada, invece di imboccare lo sterrato, si sale subito a destra seguendo gli evidenti segnali bianco/rossi. Cartografia: Carta dei sentieri CAI “Gran Sasso Sud-Est “ scala 1:25000 su base IGM Ed. IL LUPO, sia cartacea sia per GPS. © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Salire sul Corno Grande è sicuramente un’esperienza indimenticabile e ambita da molti perché è la vetta più alta degli Appennini. La montagna per antonomasia per tutti gli abruzzesi e gli escursionisti del centro Italia. Arrivare in cima fa provare emozioni e sensazioni che difficilmente si dimenticheranno: tutto l’Abruzzo è sotto i nostri piedi e lo sguardo spazia tutt’intorno fino al mare. L’ambiente poi è superlativo e decisamente dolomitico.
L’itinerario che sale da Campo Imperatore e percorre la cosiddetta “via normale” è l’itinerario classico di salita alla vetta. E’ l’itinerario tecnicamente più abbordabile e negli ultimi anni la sua frequentazione è aumentata a dismisura tanto da diventare eccessiva e anche pericolosa (visto l’afflusso di gente!) in alcuni periodi dell’anno. E’ sostanzialmente un percorso escursionistico che richiede però una certa attenzione nell’ultima parte, più rocciosa, dove è necessario mettere le mani sulla roccia per mantenere l’equilibrio e sapersela cavare in ambienti delicati di alta montagna. Si parte dal piazzale dell’albergo Campo Imperatore e per evidente sentiero si raggiunge la panoramica Sella di Monte Aquila. Dalla sella si traversa su sentiero sempre ben marcato la parte alta della conca di Campo Pericoli fino alla Sella del Brecciaio, altro straordinario punto panoramico. Per tornanti, faticosamente, si raggiunge l'ampia Conca degli Invalidi con bel colpo d’occhio sul Corno Piccolo. Dopo un breve tratto pianeggiante si abbandona il sentiero principale, che prosegue verso il Passo del Cannone, e si sale a destra zigzagando per una ripida traccia di rocce e ghiaie sino a raggiungere la cresta nord e quindi con breve percorso di cresta la vetta. Splendido il colpo d'occhio sul ghiacciaio del Calderone, le vicine pareti delle tre vette Corno Grande e la piramide del Corno Piccolo. P.S.: si SCONSIGLIA vivamente di percorrere questo itinerario nel mese di agosto o nei week-end di luglio e settembre. In questo periodo, infatti, vista l'eccessiva frequentazione di questo itinerario si consiglia di preferire i giorni infrasettimanali per evitare pericoli dovuti in particolare a cadute di sassi dall'alto. L’itinerario in breve: Percorso: Campo Imperatore (2.130 m) – Sella di Monte Aquila (2. 335 m) – Sella del Brecciaio (2.506 m) – Conca degli Invalidi – Corno Grande vetta occidentale (2.912 m) e ritorno Dislivello +: 800 m circa Difficoltà: EE (per escursionisti esperti) Lunghezza: km 11,00 Tempo di percorrenza: 5h00’ – 6h00’ Impegno fisico: medio/alto Punti di appoggio: non direttamente sul percorso ma raggiungibili con brevi deviazioni sono il rifugio Duca degli Abruzzi (gestito in estate) e il rifugio Garibaldi. Punto di partenza: Punto di partenza dell’escursione è il grande piazzale/parcheggio di fronte l’Albergo di Campo Imperatore, a 2.130 m), che si raggiunge in auto o in funivia da Fonte Cerreto, oppure da Santo Stefano di Sessanio (AQ), Castel del Monte (AQ) o Farindola (PE) Sentieristica e segnaletica: Sentieri n. 101 e 103, segnaletica bianco-rossa Periodo consigliato: da fine giugno a metà ottobre Cartografia: Carta escursionistica dei sentieri del Gran Sasso d'Italia, scala 1:25.000, realizzata dal CAI Club Alpino Italiano e Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Edizione straordinaria 2009, prodotta da S.E.L.C.A.-Firenze. © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Il gruppo montuoso della Majella è caratterizzato dalla presenza, unica nell’Appennino, di una vastissima zona di altopiani sommitali caratterizzati da immense distese di rocce calcaree scheggiate, di ripidi canaloni, localmente chiamate “rave”, che solcano tutto il versante occidentale del gruppo montuoso, e da lunghissimi valloni che incidono la montagna a settentrione e ad oriente.
La traversata da Lama Bianca al rifugio Pomilio permette di conoscere tutti questi ambienti ed è, probabilmente, uno dei più comodi da un punto di vista logistico in quanto limita i tempi e i chilometri necessari per lasciare/recuperare le automobili tra il punto di partenza e quello di arrivo. La salita avviene per la Rava del Ferro che tra le vie ufficialmente percorribili è, al tempo stesso, la via di accesso più veloce e più ripida alla vetta del Monte Amaro. Segue poi uno stupendo percorso d’alta quota che attraversa altipiani, selle (qui chiamati “portoni”) e creste, per poi immergersi nel tipico ambiente della mugheta appenninica, sospesi tra spettacolari ed incisi valloni dove è possibile leggere tutta la storia geologica di questo stupendo gruppo montuoso. L’itinerario in breve: Percorso: Lama Bianca (1.498 m) – Rava del Ferro – Monte Amaro (2.793 m) – Terzo Portone – Secondo Portone – Cima Pomilio (2.656 m) – Primo portone – Monte Focalone (2.676 m) – Bivacco Fusco (2.455 m) – Il Fontanino(2.100 m) – La Madonnina (2.045 m) – Rifugio Pomilio (1.890 m) Difficoltà: EE (per escursionisti esperti) Dislivello: 1.600 m circa Lunghezza: 17,5 km Impegno fisico: Elevato (l´itinerario, lungo e impegnativo, attraversa ambienti severi di alta montagna che vanno affrontati con condizioni climatiche idonee, con una buona preparazione fisica ed adeguata attrezzatura escursionistica) Punto di partenza e accesso stradale: Il punto di partenza dell’escursione è il piazzale alla base della Rava del Ferro, posto al termine della strada (asfaltata ma dissestata) che si stacca dalla SR487 Scafa-Sulmona e in 5 km attraversa la bellissima faggeta di Lama Bianca. Sentieristica e segnaletica: Sentieri B5 – P, segnaletica bianco-rossa Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Il gruppo montuoso della Majella è caratterizzato dalla presenza, unica nell’Appennino, di una vastissima zona di altopiani sommitali costituiti da immense distese di rocce calcaree scheggiate, di ripidi canaloni, localmente chiamate “rave”, che solcano tutto il versante occidentale del gruppo montuoso, e da lunghissimi valloni che incidono la montagna a settentrione e ad oriente.
La salita alla vetta del Monte Amaro dalla Rava del Ferro è, tra le vie ufficialmente percorribili, la via di accesso più corta (soli 4,5 km dalla base alla vetta), più veloce (si compie in circa 3 ore e mezza) ma anche una delle vie più ripide e faticose da percorrere. A chi la percorre con l’adeguato allenamento, tuttavia, questa salita regala emozioni forti in un ambiente grandioso, inebriante, caratterizzato da balze di roccia verticali e quasi surreali, sulle quali fanno spesso capolino i camosci appenninici, i veri padroni di questi posti. Dal piazzale alla base della Rava del Ferro, dove si parcheggia, si sale a svolte su un comodo sentiero che supera una breve fascia di bosco. Appena fuori dal bosco si devia a sinistra e per prati si raggiunge l’ingresso vero e proprio del canale. La salita nel canale, molto ripida e a tratti scomoda, risulta assai faticosa a causa delle ghiaie mobili su cui si è costretti a camminare. A quota 2.400 m circa il canale si allarga e si esce su una valle che si percorre per intero e in fondo alla quale, sulla destra, si riprende a salire su un sentiero che sale di nuovo ripido. Continuando nella salita, si raggiunge un vasto pianoro d’alta quota dove il sentiero B5 incrocia il Sentiero del Parco “P”. Qui, nei mesi di luglio ed agosto, fiorisce la rara e bellissima Stella alpina appenninica. Dall’incrocio ci si immette a destra sul sentiero “P” e in circa quaranta minuti, su sentiero ormai comodo e non più faticoso, si raggiungere la vetta del Monte Amaro. L’itinerario in breve: Percorso: Lama Bianca (1.498 m) – Rava del Ferro – Monte Amaro (2.793 m) e ritorno Difficoltà: EE (per escursionisti esperti) Dislivello +: 1.300 m circa Lunghezza: 9 km a/r Tempo di percorrenza: 5h30' - 6h00' a/r Impegno fisico: Elevato (l´itinerario non è lungo ma le pendenze della Rava del Ferro non possono essere affrontate senza un adeguato allenamento) Punti di appoggio: bivacco Pelino sulla vetta del Monte Amaro Punto di partenza e accesso stradale: Il punto di partenza dell’escursione è il piazzale alla base della Rava del Ferro, posto al termine della strada (asfaltata ma dissestata) che si stacca dalla SR487 Scafa-Sulmona e in 5 km attraversa la bellissima faggeta di Lama Bianca. Sentieristica e segnaletica: Sentieri B5 – P, segnaletica bianco-rossa Cartografia: Nuova carta escursionistica Parco Nazionale della Majella, scala 1:25.000, edizioni Dream © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Magnifico anello, probabilmente uno dei migliori del Parco Nazionale d' Abruzzo Lazio e Molise. Permette di unire i passaggi negli ombreggiati e maestosi boschi sopra Pescasseroli ad una straordinaria cavalcata di cresta sullo spartiacque tra le montagne del Parco, la Marsica e la Ciociaria. Magnifica la vista sui gruppi montuosi del Marsicano e della Meta fino a spaziare verso le montagne del Velino e del Sirente
L’itinerario ha inizio nei pressi del piazzale degli impianti di risalita (quota 1.193 m) e percorre dapprima il Vallone Peschio di Iorio, quindi si addentra nella bella faggeta per arrivare al Rifugio di Iorio (1.830 m), posto in eccezionale posizione panoramica. Da qui ha inizio un bellissimo e panoramico percorso di cresta che “tocca” tutte i principali rilievi della “cresta della Rocca”, passando per Picco la Rocca (1869 m), La Rocca (1.924 m), Monte della Strega (1.909 m) ed infine il Monte Pietroso (1.876 m). Si scende poi al Valico di Monte Tranquillo (1.673 m) e attraverso lo stupendo Bosco della Difesa si torna a Pescasseroli nei pressi del Centro Ippico Valle Cupa dal quale per raggiungere di nuovo il punto di partenza, se non ci si è organizzati con due automobili, si dovranno percorrere a piedi poco più di due chilometri di strada. ATTENZIONE: nei mesi di agosto e settembre la percorrenza dei sentieri R7 e C5 è interdetta agli escursionisti per motivi di tutela dell'Orso Bruno Marsicano. Si raccomanda di rispettare le ordinanze emesse dall'ente Parco. L’itinerario in breve: Percorso: Pescasseroli – Vallone Peschio di Iorio – Valico Valcallano - Rifugio di Iorio (1.830 m) – Picco La Rocca (1.869 m) – La Rocca (1.924 m) – Monte della Strega (1.909 m) – Monte Pietroso (1.876 m) – Valico di Monte Tranquillo (1.673 m) – Santuario di Monte Tranquillo (1.597 m) – Bosco della Difesa – Capanna Padre Terzi – F.te della Difesa - Centro Ippico Valle Cupa - Pescasseroli Difficoltà: E (escursionistica) Dislivello: + 900 m circa Lunghezza: 19,5 km Durata: 5h30’ – 6h00’ Impegno fisico: medio alto Punto di partenza e accesso stradale: Il sentiero inizia appena fuori dall’abitato di Pescasseroli su Via Fausto Grassi, poco dopo il Camping La Panoramica e prima di aver raggiunto il piazzale degli impianti di risalita. Sentieristica e segnaletica: Sentieri B1 – R7 – C5 – C3 e C1, segnaletica bioanco-rossa Cartografia: Carta turistica-escursionistica del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Edizioni del Parco, anno 2019, scala 1:25.000 © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. Anello rilassante, adatto a tutti e particolarmente consigliato a famiglie con bambini, che si sviluppa poco fuori dal centro abitato di Pescasseroli in un luogo unico e dall’atmosfera incantata. Il Vallone di Pesco di Lordo e i vicini Prati di Zocca, incastonati tra ripide montagne, sono un autentico scrigno della natura che riservano una sorpresa ad ogni passo. Qui si trovano, infatti, imponenti alberi di faggio plurisecolari dalle forme fiabesche, che stimolano la fantasia soprattutto dei più piccoli. Alcuni di essi presentano delle parti morenti, attaccate da parassiti e funghi dalla particolare forma “a mensola”, dove in estate non è raro scorgere la bellissima Rosalia alpina, un rarissimo coleottero dallo sgargiante colore azzurro/nero. Sui tronchi di legno morto, inoltre, si alimentano diverse specie di picchio. Nel sottobosco non sarà poi difficile scorgere le graziose arvicole indaffarate a procacciarsi il cibo. Cervi, caprioli, orsi sono i padroni di casa di questi ambienti.
Tra questi stupendi boschi sono state girate alcune delle scene del bellissimo film “La volpe e la bambina” L’itinerario in breve: Percorso: Pescasseroli – Colle Carpio – Prati di Zocca – Vallone Pesco di Lordo - Pescasseroli Difficoltà: E (escursionistica) Dislivello: 200 m circa Lunghezza: 5,5 km Impegno fisico: basso Punto di partenza e accesso stradale: Il sentiero inizia appena fuori dall’abitato di Pescasseroli nei pressi del centro ippico Valle Cupa Sentieristica e segnaletica: Sentieri C2 e C1, segnaletica bioanco-rossa Cartografia: Carta turistica-escursionistica del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Edizioni del Parco, anno 2019, scala 1:25.000 © Ercole Di Berardino - esploramonti.it - All rights reserved E' vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l'autorizzazione scritta da parte dell'autore. |
Archivio
January 2021
Categorie
All
|