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 UN EMOZIONANTE, FANTASTICO, INCREDIBILE VIAGGIO "DENTRO" LA MONTAGNA

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VALLONE DI FOSSACECA 
e La Cimetta del Prena



Gruppo montuoso
Siamo nel gruppo montuoso del  Gran Sasso d'Italia e precisamente sul versante settentrionale della lunga catena montuosa che, con andamento nord-ovest - sud-est, origina dal Vado di Corno (1.924 m) e prosegue con le elevazioni del Monte Brancastello (2.385 m), del Monte Infornace (2.418 m), del Monte Prena (2.561 m), del Monte Camicia (2.564 m), del Monte Siella (2.000 m) e del Monte San Vito (1.892 m) fino al Vado di Sole (1.725 m). Il versante è caratterizzato da ripide pareti rocciose, estese faggete e profondi valloni. Fra questi ultimi, il Vallone di Fossaceca è sicuramente uno dei più impressionanti ed incide la montagna pressoché sulla perpendicolare del Monte Infornace.
Presentazione dell'itinerario

Il Gran Sasso è per tutti la montagna simbolo dell’Appennino. Conosciutissimi sono il Corno Grande e il Corno Piccolo così come lo sono l’altopiano di Campo Imperatore e, in generale, tutto il versante sud del gruppo montuoso. Molto meno conosciuto è invece il versante nord della catena montuosa ed in particolare la sua porzione orientale, che dalla Sella di Corno Grande si spinge fino all’impressionante parete nord del Camicia. Questo angolo di Gran Sasso si caratterizza per estese e maestose faggete, ripide pareti rocciose, salite lunghe e dai dislivelli mai banali, profondi valloni, luoghi isolati e magnifici. Fra tutti, il Vallone di Fossaceca è probabilmente uno dei luoghi più belli ed impressionanti dell’intero gruppo montuoso. Un colossale intaglio della montagna chiuso a sinistra dalle spettacolari coste de La Cimetta e a destra dalle rocce del Cimone di Santa Colomba. Alla testata di questo selvaggio intaglio si innalzano a corona le bianche pareti rocciose del Monte Infornace e delle Torri di Casanova che si mostrano all’escursionista in una prospettiva decisamente insolita. L’itinerario che risale il vallone attraversa boschi antichi e taglia ripidissimi pendii sospesi nel vuoto di forre che incidono profondamente la montagna. 
Percorso Proposto
Pretara - F.te del Peschio - Vallone di Fossaceca - LA CIMETTA (2.266 m) - Cresta Nord della Cimetta - F.te del Peschio - Pretara
Accesso stradale

Autostrada A14, uscita casello autostradale di Giulianova. Si percorre tutta la superstrada per Teramo e si va a prendere l’autostrada A24. Si esce al casello di Colledara-San Gabriele e si seguono le indicazioni per Isola del Gran Sasso. Attraversato quest’ultimo si prosegue per Pretara - San Pietro. Oltrepassato l’eremo di S. Nicola si prende a destra seguendo le indicazioni turistiche per il Castello di Pagliata. Tralasciata la deviazione a destra per Il Piano del Fiume, che porta verso il vallone del Ruzzo, si procede fino ad un secondo bivio a destra (sbarra metallica poggiata a terra fra erba e arbusti). Lo si imbocca seguendo una stradina asfaltata e dopo qualche centinaio di metri si parcheggia in un piccolo spiazzo in corrispondenza di una carrareccia che sale alla nostra sinistra (quota 850 m circa, segnaletica bianco-rossa).
Punto di partenza
Località Pretara (fraz. di Isola del Gran Sasso), quota 850 m
Tempo di percorrenza
6h30' - 7h00' circa (escluse le soste)
Difficoltà
Molto impegnativo
EE = Escursionisti Esperti della scala CAI
Dislivello
1.500 m circa

Periodo consigliato
Da luglio a settembre. 

Segnaletica
Segnaletica bianco-rossa nella parte iniziale dell'itinerario, giallo-rossa a seguire. Assente in discesa sulla cresta Nord della Cimetta.
Descrizione
Si imbocca una carrareccia comunemente conosciuta dagli escursionisti della zona come “la emme” in quanto risalendo i fianchi della montagna forma una grande “M” coricata ben visibile da valle in inverno quando gli alberi del bosco perdono le foglie. La carrareccia sale abbastanza comodamente tagliando con ampie svolte pendii ripidissimi e incrociando per due volte il famoso sentiero dei “4 vada” (in entrambi i casi si proseguirà sulla sterrata principale).
Man mano che si sale la carrareccia si fa via via più ripida e, poco dopo essere uscita dal bosco, attraversa un caratteristico intaglio superato il quale si è in vista della grande e fresca Fonte del Peschio (quota 1.378 m, 1h00’) dove la carrareccia termina.
Dalla fonte si riprende il cammino su un esile sentierino sospeso a mezzacosta sui ripidi prati che incombono sui salti del vallone di Fossaceca. In breve ed inaspettatamente ci si ritroverà a destreggiarsi fra cascatelle e rigagnoli d’acqua che invadono letteralmente tutto il sentiero anche a stagione estiva avanzata (fare attenzione in autunno in presenza di ghiaccio). Superato con la dovuta attenzione questo tratto, si raggiunge il terrazzo naturale del Colle di Malanotte (1.415 m, 0h20’), formidabile punto di osservazione del Vallone di Fossaceca che da qui si mostra all’escursionista in tutta la sua straordinaria ed immensa bellezza.
Ripreso il cammino, il sentiero, in leggera discesa, compie un lungo mezza costa e si dirige verso il centro del vallone per raggiungerlo in corrispondenza di un fossetto sul fondo del quale scorre acqua cristallina. Attraversato il fossetto, il sentiero, sempre segnato ma non più evidente come prima, si inerpica bruscamente e inizia a risalire una grande gobba erbosa molto faticosa e scomoda da percorrere.  Si procede su terre secche, rocce piatte ed erba che si fa via via più folta nascondendo pietre mobili che rendono alquanto scomoda la progressione. I segni di vernice ci sono, ma spesso sono molto difficili da individuare. E’ questo il tratto più complicato dell’intero vallone ma, fortunatamente, termina all’incirca a quota 1.700 m in corrispondenza di un primo “gradone erboso”. Sempre bellissimo comunque il panorama tutto intorno.
Sormontato il gradone erboso, si riprende a salire, sempre abbastanza ripidamente, ma fortunatamente su un sentiero ora più marcato e decisamente più comodo. Anche la segnaletica è più visibile. Si raggiunge una crestina che separa due fossetti adiacenti, si scende a destra ad attraversare uno di questi e si risale al di là per iniziare a risalire una seconda crestina.
Man mano che si sale il paesaggio si fa più arido; rocce, pietre levigate e pietrisco prendono il posto del verdissimo manto erboso che ci ha accompagnato fino ad ora. Le imponenti pareti rocciose del Monte Infornace e delle Torri di Casanova si fanno sempre più vicine. Tanto vicine che sembra quasi vogliano caderci addosso.
Attorno a quota 2.000 m il sentiero, finalmente, si fa meno cattivo ed inizia a spianare. Si è quasi sotto la perpendicolare della Forchetta di Santa Colomba. Oltre non è possibile andare.
Alla nostra destra è evidentissima la lunga cengia che taglia le pareti nord delle Torri di Casanova e su cui passa l’antica “via delle cimette”. Un’altra bellissima e quasi sconosciuta via di questo versante del Gran Sasso. Il nostro itinerario invece prosegue a sinistra, e con dolci saliscendi costeggia il Vallone di Fossaceca appena percorso e le contorte pareti rocciose del Monte Infornace.
Di qui a poco il paesaggio cambierà di nuovo diventando quasi lunare. Una lunga, bianchissima, e quasi accecante spianata sabbiosa si protende verso la base del Monte Prena contornata da merletti di roccia dalle forme bizzarre. Alle nostre spalle ci saluta l’inconfondibile sagoma rocciosa del Corno Grande.
Il sentiero è sempre ben visibile e, dopo aver attraversato questo deserto d’alta quota, inizia a sormontare alcuni dossi erbosi per spianare poi in prossimità del Piano d'Abruna (2.350 m circa), dove si lascia a destra il sentiero segnato e ci si abbassa a sinistra sulla cresta Nord del Monte Prena fino a raggiungere il cocuzzolo poco pronunciato de La Cimetta (2.266 m, ometto di pietre, 2h40’, 4h00’ dalla partenza.
Molto bello il panorama. A sud-est la parete nord del Monte Camicia con ben visibile il bellissimo “Dente del Lupo”, a est le dolci colline teramane digradano verso il Mare Adriatico, a ovest fa bella mostra di se l’inconfondibile Corno Grande e a sud le vicinissime e frastagliate vette del Prena, dell’Infornace e delle Torri di Casanova.
Per il ritorno alle auto è ovviamente possibile percorrere a ritroso il percorso fatto in salita, tuttavia, per compiere un bellissimo anello e, soprattutto, per accorciare l’itinerario, già di per se alquanto lungo e faticoso, è consigliabile percorrere la più diretta, anche se ripidissima, cresta Nord della Cimetta e ricollegarsi poi al sentiero fatto in salita nei pressi della Fonte del Peschio.

Si scende senza via obbligata seguendo una immaginaria linea dritta con direzione Nord con di fronte l’azzurro Mare Adriatico. Dapprima su fragili roccette e poi su ripidi prati a cui si alternano comode ghiaie sfruttando le quali si riesce a scendere più velocemente e a dare un po’ di sollievo ai piedi. Si prosegue cercando di non discostarsi troppo dal lato che dà verso il Vallone di Fossaceca finché si raggiunge a quota 1.636 m una valletta con i ruderi di un vecchio stazzo. Qui si piega decisamente a sinistra cercando di individuare una poco visibile traccia di sentiero che per un breve tratto costeggia il limite superiore della faggeta. Si segue la traccia finché l’erba alta non la nasconde completamente, dopodiché, per ripidi e scomodi prati si prosegue in direzione ovest sulla linea di discesa intrapresa fino a raggiungere la Fonte del Peschio da cui si proseguirà sullo stesso percorso dell’andata.
Cartografia di riferimento
CAI "Gran Sasso d'Italia" carta dei sentieri, scala 1:25.000, edizioni Selca
Traccia GPS dell'itinerario
Clicca per scaricare gratuitamente la traccia GPS
File Size: 15 kb
File Type: zip
Scarica file

Immagine
Siamo nel
PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO e MONTI DELLA LAGA

Mappa Google Earth dell'itinerario
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GALLERIA FOTOGRAFICA DELL'ITINERARIO
Sfoglia la photogallery dedicata al  P.N. del Gran Sasso

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Gli itinerari descritti sono stati percorsi personalmente, le descrizioni riportate e le fotografie rappresentano lo stato del percorso al momento in cui le escursioni sono state effettuate. Le informazioni riportate hanno uno scopo meramente informativo e non possono essere in alcun caso considerate sostitutive dell'esperienza e della preparazione necessarie alla pratica dell'escursionismo e dell'alpinismo. L'autore declina ogni responsabilità legata all'uso improprio delle informazioni fornite.

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